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Waiting for Kamasi Washington.

Che la zona di Los Angeles sia musicalmente molto attiva negli ultimi anni lo abbiamo capito da..gli ultimi anni!
Label stratosferiche e artisti “mega ispirati” sembra si siano dati appuntamento sulle coste californiane per provare ad andare oltre il mercato discografico e tracciare una nuova strada, più ardua, più insicura, semplicemente più libera forse.
Il sole e l’aria dell’oceano hanno fatto da culla a progetti che si sono rivelati delle vere e proprie gemme nel panorama musicale mondiale.
Dam-Funk e il suo future funk, The Gaslamp Killer e i suoi progetti hippies (come dovrebbero essere gli hippies nel 2015, però) dall’album con Gonjasufi al suo ultimo progetto “The Gaslamp Killer Experience”, Kendrick Lamar e la sua esplosione nel mondo dell’Hip Hop, ma anche gente come Ras G, Johnwayne, Devendra Benhart e Beck (che conosciamo tutti), Taylor McFeerrin e su tutti, FLYING LOTUS.

Ecco proprio dal circuito che gira intorno a questo fantastico producer con parentele altolocate (John Coltrane, per dire!) girano forse i nomi più interessanti della scena losangelina.

Il suo percorso va dagli elementi più clubbing degli esordi al freejazz, come non se ne sentiva da un po’, del suo ultimo album “You’re Dead!”.
La sua label, Brainfeeder, è un ricettacolo di cose meravigliose fatte uscire per il piacere di chi ama la musica senza ghettizzarsi in un genere piuttosto che in un filone, non a caso il nome della etichetta di Flying Lotus è proprio Brainfeeder e in Europa è distribuita niente meno che dalla leggendaria Ninja Tune.

Ma non è di Flying Lotus o della sua label che volevo parlare ma di un disco in particolare uscito per Brainfeeder e prodotto dallo stesso Flylo, “The Epic” di Kamasi Washington.

Kamasi Washington, sassofonista ispiratissimo, è uno degli artisti della nuova generazione che sta attirando l’attenzione verso di sè grazie al talento che possiede e a quello dei suoi amici (che poi sono anche la sua band), riportando il jazz tra le nuove generazioni e riscuotendo successo tra il pubblico e la critica: non male, vero?

Musicsta per Kendrick Lamar, Snoop Dog e Raphael Sadiq, ha scritto e suonato un disco che guarda al passato ma con un approccio meno elitario, più diretto al cuore e meno ai dogmi istituzionali del jazz.
La band è interamente composta da persone che vivono più o meno nella stessa zona di Los Angeles (South Central) e si fanno chiamare “The Next Step”.

“The Epic” è un album che mette insieme 172 minuti di musica, un’orchestra di 32 elementi, un coro di 20 persone, e 17 pezzi scritti e suonati da Kamasi Washington.

A supportare le divagazioni al sax di Kamasi c’è una band cosmica composta da una decina di musicisti che, individualmente, sono considerati tra i migliori giovani musicisti al mondo, tra cui il bassista Thundercat e suo fratello, il batterista Ronald Bruner Jr., il bassista (si, ce ne sono due) Miles Mosley, il batterista (ovviamente ce ne sono due) Tony Austin, il tastierista Brandon Coleman, il pianista Cameron Graves, il trombonista Ryan Porter e il vocalist Patrice Quinn completano l’insieme.

L’album è stato spesso accostato, forse come ispirazione o tributo d’amore, da giornalisti molto più esperti del sottoscritto a le sonorità di Coltrane in vari periodi o alle cose tipo Miles Davis e la sua deriva verso i Weather Report, alcune sovraincisioni di fiati sembra riportino alla mente anche le cose supervisionate da Alice Coltrane (che poi è la zia di Flying Lotus, per dire).

Insomma gli accostamenti sono pesanti e arrivano fino a Pharoah Sanders, ma c’è da dire che il disco è veramente bello, è veramente pieno di note (solo quelle giuste però) ed è suonato alla grande… poi giocate voi a “trova l’influenza musicale” o “qui il disco mi fa pensare a…” sarà un gioco molto divertente da fare sotto l’ombrellone. Oppure se posso consigliarvi, rimanete semplicemente con la testa senza pensieri e godetevi il disco.

Kamasi Washington ha da poco annunciato il suo world tour e, udite udite, sarà anche in Italia per tre date…bisognerà aspettare novembre ma intanto un salutiamo così…Ciao Kamasi, ci si vede a Roma!

KAMASI WASHINGTON in ITALIA

09.11 – LOCOMOTIV – BOLOGNA
10.11 – MONK CLUB – ROMA
11.11 – TUNNEL – MILANO

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