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GIOCOFORZA.
MA. ARK. THINGS.

Giocoforza rubrica di Luca Perini

Sappiamo perché comunichiamo. Divergenza. Esprimiamo. Comunicare vs Esprimere. Labile il confine della comunicazione, tanto invalicabile quanto trafitto dal finito nel suo immateriale esserci. Comunico e/o esprimo. Questioni di funzioni e finalità. Il mercato mente sapendo di mentire. La parola motiva, riaccende sorvola ed è subito… Compulsione. Comunica il cosa ed esprime il bisogno, liberando l’osservanza biologica del mantenersi in vita.

Questo il gioco e questa la forza. Non c’è bisogno di arrivare a pesare venti chili senza arcolaio per averne evidenza. Comunico il prodotto da forno o prodotto di formazione. Esprimo la solidarietà necessaria per tutti i moribondi di acqua e di sete. Gioco e forza. Comunicare ed esprimere. Giocoforza. Inevitabilmente. Se son spine pungeranno: esprime la paura quasi l’accenno fisico al dolore che proveremmo, ma siamo sempre pronti a comunicare che le nostre rose non hanno spine e siamo gli unici al mondo a produrle. Dì pure ti amo senza paura di ferire. Rafforzo la pertinenza del sentimento con l’acquisto, giocoforza…

Entrando in questo modo nella caotica certezza di un’evidente compulsione di mercato che rende merito al prodotto solo in quanto finito e quindi mancante e portato a termine anzi mancante in quanto portato a termine. Prodotto? Chiede la domanda. Finito! Risponde il mercato. Da qui parte il loop. Prodotto? Finito! Prodotto? Finito! Prodotto? Finito. E tutti sappiamo dove porta l’astisenza. Il gioco si accompagna alla forza perché bisogna giocare per forza, non è possibile non giocare. E se non vuoi giocare arriva la forza che ti costringe in evidenze di massa che ti stai proprio sbagliando.

Fai come noi, cercati il prodotto giusto possibile che non ne trovi uno che fa per te… E ormai un prodotto su misura per ognuno di noi sta diventando giocoforza. Verità tanti i dati acquisiti socialmente in dettaglio. Nostra madre non ci conosce meglio. E il marketing è madre archetipo dell’impulso all’acquisto nella sua radice -ma. Ma è anche l’arca in cui tutte le cose sono state salvate, tutti i prodotti e non gli animali messi al riparo dal diluvio. L’arca madre di tutte le cose. MA. ARK. THINGS. giocoforza, gioca con le parole per forza di contenuto.

Tanto il vezzo della configurazione e customizzazione andrà giocoforza avanti tanto più ci avvicineremo a quell’esemplare unico, fosse anche una bottiglia di vino ma fatta a nostro unico gusto, personalizzata nel design come nell’etichettatura. Unica come noi. La coincidenza dell’essere non più con l’avere, ma con la cosa stessa. Il giorno in cui il marketing riuscirà a convincerti di comprare te stesso. Un te stesso da rinnovare quotidianamente nella salvezza d’acquisto della solita routine logica/illogica del motore merceologico domanda/risposta? Prodotto? Finito! Prodotto? Finito! Prodotto? Finito. Mi compro ogni giorno, ma la domanda mia non muore… Per non finire.

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