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“Kamikaze Kuroda”, l’ultimo banchiere centrale colomba rimasto

Lo scorso Aprile 2018 il governo giapponese ha riconfermato Haruhiko Kuroda a capo della BoJ, la Bank of Japan, per un secondo mandato di 5 anni. Una mossa non scontata, visto che Kuroda può sicuramente essere definito come uno dei governatori più originali e imprevedibili del panorama mondiale.

Kuroda è noto perché è l’unico governatore centrale di un paese altamente industrializzato che non ne vuole sentire di fare terminare le politiche monetarie espansive, vedi tassi bassi e quantitative easing (QE).

Ma andiamo con ordine, ripassiamo velocemente un po’ di storia.

 

Le banche centrali dei paesi più ricchi dopo la crisi dei sub-prime

Tutte le banche centrali dei paesi più ricchi al mondo, a seguito della devastante crisi economica post 2008, hanno attuato delle forti politiche monetarie espansive. Chi prima e chi dopo, chi con più e chi con meno forza.

La FED USA abbassò i tassi a zero subito dopo lo scoppio della crisi. Da noi in Europa ci vollero molti più anni, purtroppo, perché la Germania non era d’accordo. Australia, Canada e UK si accodarono poi anch’esse al treno della “stagione delle politiche monetarie espansive”.

Anche la BoJ iniziò, insieme a tutti gli altri paesi industrializzati, delle politiche monetarie estremamente espansive per combattere la crisi.

Detto questo, negli ultimi anni sappiamo che il trend delle banche centrali mondiali è ben cambiato. Spinti da PIL e inflazione che tornano a crescere un po’ ovunque, tutte le banche centrali citate hanno cambiato le loro mosse da dovish a hawkish, da colombe a falchi.

Tutte, tranne una. Tranne appunto la BoJ di Kuroda, che non ne vuole sapere di iniziare con le politiche restrittive. Almeno fin quando non vede i dati macroeconomici che vuole vedere.

ragazza giapponese in kimono

Perché Kamikaze Kuroda

Kamikaze Kuroda è un nomignolo creato da un noto analista finanziario per sottolineare la sua super propensione verso le politiche espansive, senza preoccuparsi di alcuna conseguenza potenziale negativa.

Sebbene le sue politiche stiano favorendo la crescita economica giapponese e stiano facendo ripartire l’inflazione, alcuni analisti sono preoccupati del fatto che sarà difficile poi fare marcia indietro senza innescare una crisi finanziaria.

Ma, come detto, al governatore della BoJ questo non sembra interessare. Lui vuole vedere un tasso di inflazione pari al 2% per diventare falco. E ad oggi l’inflazione giapponese non va oltre l’1%. Dunque le politiche non si cambiano: rimangono ultra-espansive.

E per Kuroda “ultra-espansive” vuol dire persino mettere i tassi di interesse negativi, cosa che è già in atto. Esatto, Kuroda si è spinto fino a far diventare i tassi negativi, primo caso della storia.

 

Giusto o sbagliato? Ce lo dirà il tempo

Ad oggi è difficile dire chi abbia ragione, se Kuroda nel voler continuare su questa rotta “estrema” o se hanno ragione i suoi oppositori, preoccupati di quando queste politiche monetarie finiranno. Ci sono validi motivi per dar ragione sia a Kuroda che ai suoi detrattori.

E, visto che non ci sono esempi passati di tassi negativi nella storia finanziaria mondiale, sarà solo il tempo a dirci chi aveva ragione.

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