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Io, Milano e la Design Week

Non vorrei iniziare questo articolo con una frase scontata che suoni come: “Milano è una città che ti sorprende” ma purtroppo devo farlo, e vi spiego anche il perché.

Milano non è una città esteticamente bella (imbruttiti state calmi), soprattutto se paragonata alla maggior parte delle mete turistiche italiane come Roma, Venezia, Firenze o Palermo. Non è ricca di monumenti come le altre, ma nonostante il suo essere piccola, grigia e spoglia riesce ad accogliere annualmente un numero sorprendente di turisti in continuo aumento tanto da chiedersi: perché?

Avete presente quel ragazzo bruttino che avrete sicuramente incontrato nella vostra vita sentimentale, con dei canoni di bellezza non proprio allettanti, ma con una capacità di coinvolgervi, sorprendervi e divertirvi che vi ha fatto perdere la testa? Milano è proprio quel ragazzo bruttino.

Milano Design Week

Tra pochi giorni andrà in scena lo spettacolo della Design Week e solo se si ha avuto la possibilità di assistervi anche per una volta nella vita, si può veramente capire di cosa si tratti.

Un’intera città, quella di Milano, diventa un unico intero spazio espositivo al grido di Fuorisalone dove tutti, esperti del settore, amanti, curiosi e anche a chi veramente “fottesega”, hanno la possibilità di immergersi nel mondo dell’interior design, dell’architettura, dell’arte e prenderne parte.

Credetemi, è davvero una ficata pazzesca.

Ogni angolo brulica di istallazioni, happening, esibizioni, per le strade si riversano centinaia di persone, è una continua festa da un quartiere all’altro in cui perdersi, letteralmente. E se proprio il design è l’ultimo interesse della vostra vita, pensate che in questa settimana si ha la possibilità di visitare tantissimi palazzi e residenze storiche di cui Milano è veramente ricca, che diventano uno scenario in cui, concedetemelo, spesso il design passa in secondo piano.

La design week che per un senso di familiarità continuerò a chiamare Fuorisalone, richiede una preparazione fisica e psicologica.

C’è da pianificare agenda-alla-mano, programmare allenarsi a camminare, a bere acqua durante il giorno e free drink la sera per gli innumerevoli party poiché, a differenza della fashion week dove, se non sei del settore, non hai modo di poter godere degli eventi, di partecipare alle sfilate e alle presentazioni, durante la Design Week si può accedere gratuitamente a quasi tutto… Perché siamo sempre a Milano, e un po’ di esclusività è inevitabile!

Milano Design Week

Personalmente ho un rapporto contrastante con questa settimana. Lavorando in zona Tortona, uno dei quartieri storici che ha visto nascere il Fuorisalone, evento spontaneo nato negli anni ’80 parallelamente all’istituzionale evento fieristico del Salone del Mobile (la cui unione costituisce appunto la Milano Design Week), sono spesso stressata da tutto il caos che questo colossale evento comporta. Ma al contempo ho sempre un latente entusiasmo, perché è impossibile restare indifferenti e non aver voglia di lanciarsi in questo mare d’arredamento in cui vedo sempre cose bellissime che non capisco, cose brutte che capisco ancora meno ma in cui ho modo di entrare in contatto con una realtà che in qualche modo, non so spiegarvi quale, riesco a recepire.

Dopo quella del design spetterà alla settimana dell’arte e poi a quella della fotografia, della moda, della cucina, del digital con conferenze, esibizioni o workshop. Poi ci sono le manifestazioni sportive, le fiere di settore e tutta una serie di iniziative che davvero ti fanno dimenticare che non ci sono monumenti, che è piccola grigia e spoglia; perché Milano, proprio come quel ragazzo bruttino, conosce i suoi limiti e sa come sorprenderti.

Ha questa strana capacità di farti sentire in un luogo in cui si ha la costante percezione che stia succedendo qualcosa, dove niente è immobile o stabile, ma tutto in un continuo fermento; Milano è la città che sale.

P.S. Questo articolo non ha il patrocinio del Comune di Milano, ma in caso, Sala che facciamo?

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