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Film, onefilm oneday, Rubriche di Ludovica Casula
11 Settembre 2020
Cinque sorelle, cinque storie raccontate dalla regista palermitana Emma Dante nel suo ultimo film Le sorelle Macaluso in concorso alla settantasettesima Mostra cinematografica di Venezia.
Opera divisa in tre atti: gioventù, età adulta e vecchiaia.
Cinque donne, nate e cresciute in un piccolo appartamento di Palermo che si mantengono economicamente tenendo un allevamento di piccioni e colombe.
Pinuccia, Maria, Lia, Katia e Antonella ci fanno entrare nelle loro vite, ci abituano alla loro quotidianità, ai loro segreti e ai loro caratteri, mettendo in risalto soprattutto i difetti.
Cinque piccole donne”che si ritrovano a crescere prima che il tempo lo richieda, poiché troppo giovani conoscono il dolore.
Una storia dove non accade nulla se non la morte, e la sofferenza e la rabbia diventano presenze costanti tra le mura di casa trasformando crepe delle pareti in crepe dell’anima.
Luoghi d’infanzia che si lasciano consumare dal tempo insieme alle protagoniste, senza lasciare più spazio ai ricordi ma solo ai fantasmi che devono essere lasciati andare.
La Dante con una regia semplice e diretta porta sullo schermo un film commovente che cresce dentro, fatto della memoria e della fragilità di cinque animi tormentati.
Le sorelle Macaluso, oltre a mostrarci una realtà familiare vista da cinque punti diversi e al femminile, ci mostra com’è difficile confrontarsi con i propri rimorsi, riuscendo ad andare avanti, sopravvivendo.
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