Quora è una piattaforma di domande e risposte per condividere e accrescere la conoscenza nel mondo,…
Quora in pillole, Rubriche di Valentina Tosi
21 Dicembre 2020
Quora è una piattaforma di domande e risposte per condividere e accrescere la conoscenza nel mondo, un modo per connettersi con esperti che partecipano attraverso contenuti di qualità.
Nella rubrica Quora in pillole propongo ogni mese le risposte più interessanti, su tematiche che spaziano dal marketing alla comunicazione, dalla tecnologia fino all’arte e alle esperienze personali.
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La domanda di oggi:
il cyberbullismo è considerato un reato?
Risposta di Aida Millecento, DSGA (2020 – presente).
Il cyberbullismo di per sé non è reato. O, meglio, non c’è una norma che ci dice che chi commette cyberbullismo viene punito in un certo modo. Però se il cyberbullismo non è reato lo sono tutti quei comportamenti che concorrono a molestare, diffamare, violentare ed aggredire il minore.
In altri termini, sono punibili quelle condotte che sono conosciute oggi con il termine di bullismo e di cyberbullismo. Ragion per cui chi “tratta male” un compagno di scuola, un amico o semplicemente un minore può essere perseguito per differenti tipologie di reato.
Nel 2017 è stata emanata una legge che si occupa proprio di prevenire il fenomeno del cyberbullismo nei confronti dei minori.
Lo fa conferendo alle scuole di ogni ordine e grado il compito di contrastare azione volta a diffamare, molestare o perseguitare un bambino, un alunno oppure uno studente.
La legge in questione è la n. 71/2017[1]. All’articolo 1 già si denotano le basi su cui dovrebbero poggiare le azioni volte a contrastare il cyberbullismo. E se il bullismo può manifestarsi in differenti modi (attraverso ad esempio sevizie, molestie, lesioni o alle botte), il cyberbullismo ha un qualcosa in più.
Infatti, si realizza con forme di: pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione. Oltre a furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica […]
È quel “per via telematica” a fare la differenza.
Mentre nel bullismo c’è la compresenza di vittima e carnefice, nel cyberbullismo la condotta criminosa si realizza attraverso l’uso di internet. Quindi, dei social network e di ogni mezzo di diffusione che permette di discriminare ed insultare un minore.
Per cui il cyberbullismo, pur non essendo di per sé reato, realizza ipotesi delittuose come la diffamazione[2], gli atti persecutori[3] o addirittura il revenge porn[4].
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Note a piè di pagina
[1] Gazzetta Ufficiale
[2] Art 595 codice penale diffamazione “[3] Art 612 bis codice penale atti persecutori “[4] Art. 612 ter codice penale – Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti
Cover: Photo by Tim Mossholder on Unplash