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Hilde Lotz-Bauer: la mostra in Trastevere

Hilde-Lotz-Bauer

Fino al 5 aprile presso il Museo di Roma in Trastevere (Piazza di S. Egidio, 1/b) è possibile visitare la mostra “Hilde in Italia“, dedicata a Hilde Lotz-Bauer, fotografa tedesca del secolo scorso. 

Come indica il titolo stesso, le fotografie esposte sono quelle che la Lotz-Bauer ha scattato durante il periodo trascorso nell’Italia fascista degli anni ’30. Il suo occhio seppe cogliere non solo la realtà storica, ma anche quella profondamente umana della gente comune, in particolare di chi viveva in campagna, dando loro un volto e una storia.

Chi è Hilde Lotz-Bauer?

Hilde nasce nel 1907 a Monaco, dove studia ottenendo un dottorato in storia dell’arte e un diploma presso la Scuola Statale Bavarese per la Fotografia. Viaggia e lavora in Italia con il primo marito – lo storico dell’arte Bernhard Degenhart – e vive per un periodo negli Stati Uniti con il secondo marito – Wolfgang Lotz. Torna in Italia per lavorare di nuovo presso la Bibliotheca Hertziana di Roma, fino al suo rientro a Monaco, dove muore nel 1999. È sepolta nel Cimitero acattolico a Roma.

La sua produzione fotografica si inseriva all’inizio nel genere della fotografia architettonica e documentaria. Ma nel 1993 è stata stampata ed esposta una selezione dai suoi 7.000 negativi conservati nell’archivio di Heidelberg che l’ha svelata al mondo come artista della fotografia di strada.

Sono proprio queste le due anime della fotografa presentate nella mostra in Trastevere.

La mostra

Curata da Federica Kappler e Corinna Lotz (figlia di Hilde), la mostra raccoglie fotografie provenienti dall’archivio londinese della fotografa, dalla collezione del fotografo Franz Schlechter e dai due Istituti Max Planck.

L’esposizione è organizzata principalmente in due sale, più un piccolo spazio dove viene proiettato il cortometraggio di Madeleine Merino. La regista racconta così il suo viaggio sulle tracce di Hilde:

In questo cortometraggio racconto il mio percorso di lettura, ricerca e visita dei luoghi in cui le foto sono state scattate cercando di coglierne il contesto. Ripercorrendo le sue immagini di donne e bambini, per la maggior parte inedite ai contemporanei, ho ricostruito una parte del percorso della fotografa in villaggi remoti, colline e montagne.

Nella prima sala è esposta la produzione legata al lavoro di storica dell’arte. Girando i luoghi storici d’Italia, Hilde ha fotografato architetture e opere d’arte, utilizzando la fotografia a servizio della storia dell’arte, realizzando contemporaneamente fotografie con un suo proprio stile. Ne emerge uno studio dell’arte che non è solo documentario, ma anche tendente all’artistico. Una visione personale di forme e figure che quasi non sembrano più cristallizzate nel tempo. 

Se qui emerge la sua anima di storica dell’arte, nella seconda sala è evidente lo spirito di fotografa con cui la Lotz-Bauer osserva il mondo. Non a caso è ritenuta una tra i principali pionieri della street photography. Vicina nello stile a Henri Cartier-Bresson e ad August Sander, la sua personalità fotografica è racchiusa nelle parole del fotografo Gianni Berengo Gardin:

Con la sua Leica al collo è stata una delle pioniere della fotografia di reportage: non solo le foto di Scanno, ma le molte altre scattate in Italia rivelano uno sguardo personale che ritrae il quotidiano con occhio attento e sensibile.

Visitando la mostra si ha l’opportunità di trovarsi faccia a faccia con lo sguardo di Hilde Lotz-Bauer. Ma soprattutto si può scoprire un punto di vista attento e originale sull’arte e sulla vita.

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