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66 Tecniche Creative per Formatori e Animatori

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Un manuale, per animare e sostenere un progetto creativo scegliendo le tecniche più coerenti con il contesto e gli obiettivi. Una cassetta degli attrezzi messa a disposizione da due consolidati “addetti ai lavori”, Hubert Jaoui e Isabella Dell’Aquila, con il sano pragmatismo delle istruzioni per l’uso.

Non guru ma interlocutori. Ho conosciuto Hubert Jaoui qualche anno fa, quando ero responsabile della Comunicazione di un’azienda pubblica. Eravamo in un summit di esperti di comunicazione interna e il tema era “Comunicazione Responsabile e Creatività”. Il tempo che gli era stato concesso (40 minuti) costringeva un “creativo applicato” come Jaoui a ridurre drasticamente le esemplificazioni del suo metodo PAPSA (percezione-produzione-selezione-applicazione). Quindi continuai a discuterne con lui a margine del convegno e decisi di invitarlo alla Convention dei Comunicatori della mia azienda: una tre giorni di confronto delle esperienze sul territorio e di messa a punto delle strategie per il futuro prossimo e anteriore. L’impegno che gli chiedevo era totale e prolungato nel tempo: tracciare la mappa mentale di ogni presentazione di gruppo, introducendo la sua metodologia per aiutare l’identificazione delle future strategie. La retribuzione che potevo proporgli era certamente non adeguata all’impegno (ma i budget per la formazione, si sa, sono sempre scarsi), ma gli offrivo peraltro tre giornate di confronto con ottanta comunicatori omogeneamente sparsi nella realtà delle ventuno Regioni italiane. Un patrimonio esperienziale e culturale enorme, il cui valore aggiunto non può sfuggire a un creativo vero orientato alla crescita costante e che sa che, in tutti i rapporti relazionali forti, i ruoli docente-allievo sono destinati a invertirsi. Insomma la mia proposta era un ulteriore test: non volevo un guru nell’aula, volevo un interlocutore disposto a scambiare conoscenze ed esperienze. Accettò; e per tre giorni si fece, come tutti, un “mazzo tanto”. E, alla fine, in ottantuno tornammo a casa consapevoli di essere Persone più ricche.

I libri, questo libro. Jaoui è felicemente “creativo dipendente” e nei titoli dei suoi libri, che ormai sfiorano la ventina, il termine “creatività” e derivati ricorre quasi sempre. Gli ho proposto una moratoria del termine “creativo” per almeno un biennio, perché anche dell’estasi abbiamo bisogno di disintossicarci ogni tanto. Indubbiamente difficile per chi da più di vent’anni organizza annualmente un Festival della Creatività e, ancora prima, “nel mezzo del cammin” della sua vita mortale ha trovato la chiave interpretativa esistenziale proprio nella creatività. E il suo cammino è stato intenso e vario per Hubert africano del Nord (è nato in Tunisia), viaggiatore dell’area mediterranea e testimone di esperienze caratterizzanti, non esclusa quella del mitico kibbutz. Ma non si è fermato lì, perché anche nell’Europa del Nord ha portato il suo metodo Papsa continuando a farlo evolvere e ampliandone il campo di applicazione: dall’innovazione tecnologica e commerciale delle aziende, alla crescita delle Risorse Umane, allo sviluppo personale (autorealizzazione, coppia, famiglia, volontariato).
Questo libro l’ha scritto con Isabella dell’Aquila. E non è la prima volta. E questo non suoni come un ammonimento a non farlo più, anzi! Intendo dire che ogni volta che parliamo di “creatività applicata” un’abbinata uomo-donna è garanzia di una più completa visione d’insieme e di un più alto tasso di concretezza e praticabilità. Non a caso l’editore Franco Angeli l’ha inserito nella collana “Manuali”.

Cosa aspettarsi da “66 tecniche creative per…”. Ripeto: è un manuale. Non aspettatevi letture o riletture critiche o fondanti di nuove teorie e modelli. Un libro pratico quindi e diviso in due agili parti. Nella prima un inventario ragionato sia delle “pietre miliari” della creatività (da Osborn e il brainstorming a Jaoui e il metodo Papsa, passando per il pensiero laterale di De Bono e la sinettica di Prince e Gordon) sia del “come approcciarsi” (Partire dal sé- Interagire-Animare); nella seconda “le tecniche”, sessantasei appunto, categorizzate in tredici sezioni:
Tecniche per stimolare la curiosità;
Tecniche di decondizionamento;
Tecniche per sviluppare l’assertività;
Tecniche per presentarsi;
Tecniche di utilizzo della logica analogica;
Tecniche di apertura di una sessione di ricerca;
Tecniche di esplorazione di un problema;
Tecniche di analisi;
Tecniche per il pensiero divergente;
Tecniche per la produzione d’idee;
Tecniche per la selezione d’idee;
Tecniche per “vendere” le idee;
Tecniche per chiudere una sessione creativa.

Non un vangelo, ma uno strumento utile. Questa categorizzazione è importante perché aiuta il formatore (o l’animatore, o il comunicatore, e… dintorni) a individuare e a scegliere, a fronte di un problema, tra le tecniche possibili quelle più adatte al pubblico, al contesto e a lui stesso. Intendiamoci: questo manuale non mira a insegnare la specifica tecnica, che è solo brevemente riassunta, ma rivolgendosi a formatori (e dintorni) li aiuta a orientarsi su quella più funzionale al problema che stanno affrontando. E li porta per mano, attraverso quattro passaggi: quando utilizzarla, come applicarla, vantaggi conseguibili, suggerimenti (con esemplificazioni). Passaggi che devono essere rigorosi.
Perché la creatività, come ribadisce con caparbia continuità Jaoui in ogni occasione, non è sinonimo di “immaginazione e fantasia a prescindere” ma è “metodo, volontà”; e anche “ostinato rigore” prendendo a prestito un’espressione di Leonardo da Vinci. E a Hubert, un po’ filosofo, un po’ geologo, un po’ esploratore, un po’ business amministrator e, soprattutto, profeta erratico della creatività da Tunisi fino a Buffalo negli USA, come alla sua compagna di penna Isabella, dobbiamo riconoscere l’umiltà di aver voluto offrire non una summa teologica delle soluzioni creative ma uno strumento semplice, utile nell’affannosa quotidianità. Hanno messo a disposizione, nella maniera più divulgativa e operativa, il patrimonio culturale ed esperienziale di un percorso professionalmente e umanamente articolato. Insomma una cassetta degli attrezzi. In tempi di grandi effetti speciali, di grandi fumi e scarsi arrosti, un sano pragmatismo ispirato al funzionale principio delle “istruzioni per l’uso”.

Marco Stancati | Bake Agency

66 Tecniche Creative per Formatori e Animatori
di Hubert Jaoui e Isabella Dell’Aquila
Pagg 191
Editore Franco Angeli
Anno 2013
ISBN 978-88-204-2193-9

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