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Diébédo Francis Kéré: il design ecologico vince il premio Pritzker

Francis Kéré è uno degli architetti d’élite mondiale nel design sostenibile. Nel 2022, è il primo architetto dell’Africa Occidentale a vincere il prestigioso Premio Pritzker, un premio visto come il “Premio Nobel” dell’architettura. Fin da piccolo aveva questo sogno di aiutare la sua comunità a vivere meglio; così invece di giocare a pallone come gli altri bambini, già all’età di 7 anni cominciò a studiare come costruire case.

Francis Kéré: un architetto burkinabé

Diébédo Francis Kéré nasce in una delle nazioni meno istruite del mondo: il Burkina Faso, più precisamente nella città di Gando.

“Ricordo la stanza dove mia nonna si sedeva e raccontava storie con una piccola luce, mentre noi ci stringevamo l’uno all’altro e la sua voce all’interno della stanza ci racchiudeva, invitandoci ad avvicinarci e a formare un luogo sicuro. Questo è stato il mio primo senso dell’architettura”

Il Burkina Faso è una terra priva di acqua potabile pulita, elettricità e infrastrutture e ,di conseguenza, architettura. Kéré all’età di 7 anni è stato il primo della sua comunità a frequentare la scuola a Teknodogo, la sua piccola classe era costruita con blocchi di cemento, mancava di ventilazione e luce. Intrappolato in quel clima estremo con oltre cento compagni di classe per ore alla volta, promise che un giorno avrebbe reso le scuole migliori.

“Creare condizioni climatiche per garantire il comfort di base consente un vero insegnamento, apprendimento ed eccitazione”

Berlino, 1985

Francis Kéré all’età di 20 anni, grazie ad una borsa di studio, inizia a studiare falegnameria a Berlino, prendendo la laurea specialistica in architettura presso l’Università Tecnica di Berlino. Nel 2005 fondò anche il proprio studio a Berlino, Kéré Architecture. Nonostante trascorse parecchi anni lontano dalla sua terra natale, Kéré voleva mantenere la sua promessa. Durante i suoi anni di studio nella capitale tedesca, portò a termine il suo primo grande progetto, avverando il sogno che aveva da bambino: la costruzione di una scuola elementare in argilla, luminosa ed ariosa presso Gando.

Scuola elementare di Gando
Primary Elementary School – Gando

L’approccio sensibile di Kéré

Nel Burkina Faso le scuole erano in cemento, il che comportava alti costi di costruzione e il consumo eccessivo di energia elettriche. Al contrario, Kéré sfrutta una tecnica di progettazione incentrata sul comfort climatico contenendo il più possibile i costi di costruzione. Vide potenzialità in tutto ciò che lo circondava e decise di prendere i materiali locali e le comunità del villaggio per portare le tecnologie moderne nel contesto locale. Francis Kéré sostituì le parenti in cemento con pareti portanti a base di blocchi di terra compressa, in grado di assorbire il calore sfruttandone anche la termoregolazione. I soffitti erano stabili grazie all’applicazione di travi in cemento sulle quali poggiano delle barre d’acciaio. Tuttavia doveva trovare un modo di proteggere l’edificio dalla pioggia, così trasse profitto studiando il design di un ampio tetto di lamiera ondulato. Quest’idea non solo risolveva il problema della pioggia, ma permetteva anche all’aria di fluire liberamente fra il tetto e il soffitto garantendo freschezza nell’intero edificio.

Scuola elementare di Gando
Primary Elementary School – Gando

Il riconoscimento del Premio Pritzker

Ancora non ci credo” ha detto in un’intervista telefonica. Un progetto che era nato per il suo villaggio diventa uno stile di vita in gran parte del territorio africano; i suoi progetti sono concentrati in Kenya, Benin, Burkina Faso, Mozambico, Mali, Togo e Sudan. Il suo intervento ha aumentato il corpo studentesco dai 120 ai 700 studenti, nonché ampliamenti per biblioteche e alloggi. Il T magazine ha riconosciuto la scuola elementare di Gando come uno degli edifici più significativi dopo la Seconda Guerra Mondiale. Francis Kéré fu premiato per la progettazione, ma principalmente per aver saputo ascoltare la gente del suo villaggio e aver capito ciò di cui avevano bisogno.

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