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L’editoria sposa l’arte del design grafico: il successo di The Economist

The Economist è una rivista economica nota per le sue campagne accattivanti e il suo inconfondibile design grafico. Ha origini a Londra, New York e San Francisco, ma il suo successo si estende ben oltre queste metropoli. La rivista, pubblicata settimanalmente e presente online, è diventata negli anni una guida autorevole nell’analisi degli eventi economici e politici globali.

Ma The Economist è più di una semplice rivista; è un’ideologia visiva. Nel corso degli anni ha investito nella creazione di un marchio per un pubblico di nicchia. Ha coniugato abilmente l’arte della comunicazione visiva con l’informazione economica in un settore con margini di crescita limitati. La sua estetica è una dichiarazione: il design è tanto importante quanto le parole per esprimere chiarezza e significato.

The Economist sposa il libero scambio, abbraccia i mercati e adotta una posizione generalmente pro-laissez-faire. In un mondo sempre più interconnesso, la rivista sostiene il libero mercato, la globalizzazione, la libera immigrazione e la deregolamentazione. È una sinfonia di idee che si riflette anche nel suo design grafico, dove ogni elemento ha un significato, ogni spazio è ponderato con attenzione, e ogni immagine racconta una storia.

Lo stile grafico in The Economist

the economist marketing

L’illustre storia di The Economist risale al 1843, ma gran parte del suo successo recente può essere attribuito a una campagna di poster che ha fatto la storia del design grafico. Per decenni, The Economist ha catturato l’attenzione con annunci sorprendentemente semplici, contraddistinti da brevi e arguti messaggi.

In questi manifesti il rosso ardente si sposa con un carattere bianco straordinariamente leggibile. Grazie a questo stile grafico sono diventati l’emblema delle notizie più autorevoli e degli eventi del momento. L’ingegno dietro queste campagne si deve a David Abbott, che ideò un modo per attirare un pubblico sempre più vasto nel clima economico travagliato della fine degli anni ’80.

Una delle pubblicità più iconiche recita:  «I never read The Economist- Management trainee, Age 42.» Il messaggio che trasmettono qui è subito chiaro: se questa persona avesse letto The Economist, non sarebbe ancora un tirocinante a un’età così avanzata. Questa pubblicità fa leva sul timore di rimanere intrappolati nella mediocrità fino ai 42 anni, un’età in cui ormai nessuno vuole essere considerato un “management trainee“. La paura di non avere successo è molto diffusa, e questa campagna lo ha espresso con maestria.

The Economist, infatti, è noto per il suo stile di scrittura potente e senza fronzoli, caratterizzato da rigorose restrizioni creative e da una volontà di sfidare le convenzioni pubblicitarie. In un’epoca in cui si spendevano milioni in pubblicità televisiva, The Economist ha dimostrato come usare la stampa può essere altrettanto efficace nel promuovere il riconoscimento del brand, il tutto a un costo più contenuto. È un esempio di come il design grafico e l’audacia possano unirsi per ottenere risultati eccezionali. Un esempio lampante di come il design grafico e l’audacia possano convergere per ottenere risultati eccezionali.

Il processo creativo

Il processo creativo dietro a queste campagne pubblicitaria è davvero affascinante. L’agenzia pubblicitaria londinese Abbott Mead Vickers BBDO ha fatto un lavoro incredibile, integrando la ricerca con il processo creativo per individuare il suo gancio per la campagna. La decodifica di straplines, giochi di parole e giochi visivi rafforzano questo senso di superiorità.

Il persistere di questa campagna ha contribuito a rafforzare l’identità della rivista The Economist, consentendo i successivi sviluppi di stile che hanno portato i loro confini ancora più lontano, portando freschezza e originalità. I poster omettono del tutto il logo della rivista, con solo l’immagine del personaggio Brains della serie televisiva Thunderbirds, posizionata su uno sfondo rosso.

Eppure, nonostante tutte le variazioni creative nel corso degli anni, la campagna ha mantenuto una coerenza straordinaria. Ha costantemente ribadito il messaggio fondamentale: The Economist è il luogo dove trovare informazioni politiche ed economiche essenziali.

Altri media hanno abbracciato questo approccio di design grafico, come nel caso della Virgin Atlantic’s eye mask, che ha adottato lo slogan “Don’t stay in the dark for too long“. Un chiaro segno dell’influenza duratura di questa campagna.

I video dell’Economist forniscono informazioni e opinioni autorevoli su notizie internazionali, politica, affari, finanza, scienza, tecnologia e le connessioni tra di loro.

I risultati delle campagne

Queste campagne dall’inconfondile design grafico sono state pubblicate dal 1988 al 2001. Durante questi anni la diffusione della rivista è aumentata del 65%, il numero di abbonamenti è aumentato del 95% e i ricavi pubblicitari sono aumentati di pari passo con lo slancio crescente.

Dal punto di vista del design grafico, la campagna ha ottenuto numerosi riconoscimenti. Tra questi ci sono i National Newspaper Campaign Awards, i London International Awards e il premio Creative Circle.

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