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Fai attenzione a ciò che desideri: l’analisi del film Coraline

coraline film analisi

Basato sul romanzo di Neil Gaiman, il film Coraline è un’autentica opera d’arte cinematografica realizzata con cura e dedizione da Henry Selick. Molto prima che venisse portato al grande schermo, Selick aveva già fissato uno standard elevato per il genere della cinematografia in stop-motion con il leggendario The Nightmare Before Christmas.

Collaborando con l’illustratore giapponese Tadahiro Uesugi, hanno creato uno stile che richiama elementi di Tim Burton e Guillermo del Toro, ma il film va ben oltre, con un’estetica unica tutta sua.

La colonna sonora, con il suo incantevole passaggio da toni infantili a quelli più cupi, è la colonna vertebrale emotiva del film. In particolare, Elfmanesque di Bruno Coulais si sposa perfettamente con l’atmosfera e l’azione del film, aggiungendo un altro livello di profondità e fascino.

La storia di un viaggio di iniziazione e crescita

Il film racconta di Coraline Jones, una bambina di undici anni, che si trasferisce con la sua famiglia in una grande e vecchia casa. I suoi genitori, costantemente immersi nel lavoro, le dedicano poco tempo. Coraline è in un’età in cui comincia a rendersi conto dell’indifferenza dei suoi genitori, che sono costantemente assorti nei loro schermi di computer.

I suoi genitori si dilettano a scrivere di piante e fiori che, in realtà, non coltivano. Ma quanto di questa passione è genuina? La scelta dei fiori è interessante perché:

  • richiedono attenzioni costanti
  • hanno bisogno di protezione dai parassiti
  • è necessario adeguarsi ai tempi della natura che non coincidono con i nostri.

L’emozione dominante, all’inizio, è la solitudine.

Coraline mostra poco attaccamento alla sua casa e, a volte, si sente distante dalla sua famiglia. Un giorno, spinta dalla noia, scopre una botola che la trasporta in un mondo straordinario dove incontra una famiglia migliore della sua, o almeno inizialmente. Qui, i suoi genitori sono sempre sorridenti e disponibili, e il cibo è delizioso, anche se mamma e papà hanno bottoni cuciti al posto degli occhi.

E così, come molte eroine dei libri per bambini prima di lei, Coraline decide di esplorare il suo ambiente, intrecciando gli strani dettagli della realtà quotidiana con i fili luminosi dell’immaginazione. Il tutto accade in questo mondo fantastico, dove nulla è ciò che sembra.

Le facciate si pixellano e si dissolvono. Le figure non si muovono da sole: sono animate e controllate dalla mostruosa Altra Madre. Coraline si lascia sedurre comportandosi come se davvero tutto potesse essere solo bello senza chiedersi quale prezzo ci sia da pagare.

Il lato oscuro dell’apparenza

Nel corso del film, Coraline sviluppa un’idealizzazione dell’Altra Madre, proiettando su di lei ciò che manca alla sua vera madre. Questa idealizzazione è alimentata dalle continue disattenzioni dei suoi genitori. La storia mette in evidenza come la fantasia e talvolta la sofferenza possano portare a ideali irrealistici, mettendo a rischio la connessione con la realtà. Il regista Selick non ritrae l’infanzia come uno stato di innocenza passiva e sentimentale, ma come una fase di ricezione attiva, pulsante e ricca di drammaticità. L’infanzia è un periodo in cui la coscienza è un terreno fertile per esperienze meravigliose, anche se talvolta travagliate.

L’Altra Madre sembra perfetta all’inizio, ma presto emerge il suo lato oscuro. Nonostante sembri desiderare solo il bene di Coraline, si tratta di un desiderio ossessivo che si trasforma in qualcosa di demoniaco. La trama si complica quando Coraline si rende conto che l’Altra Madre non è una figura amorevole, ma piuttosto una minaccia che vuole possederla e consumarla. La sua ossessione la porta a cercare di controllare completamente Coraline, spingendola a farsi cucire i bottoni al posto degli occhi. La giovane protagonista scopre di essere in grave pericolo e deve affrontare una lotta per la sua sopravvivenza.

Il bisogno di qualcuno da amare

Il bisogno di amore, discusso in una conversazione tra Coraline e il gatto, che funge da guida per la giovane protagonista, rivela un desiderio più oscuro: il bisogno di sfruttare qualcuno, di consumarlo, di considerarlo solo come un mezzo per soddisfare i propri bisogni invece che un individuo con caratteristiche proprie. Nella scena iniziale del film, vediamo l’Altra Madre svuotare un pupazzo delle sue caratteristiche distintive – bocca, capelli, vestiti – per riutilizzarlo per un altro scopo, creando una sorta di duplicazione vuota.

Ad un certo punto del film Coraline desidera ardentemente tornare indietro, ma sa che ignorare il problema non è la soluzione. Deve affrontare la terribile realtà che le si presenta. L’ultimo viaggio di Coraline diventa un atto di coraggio. Non cerca più l’evasione dalle difficoltà della vita; invece, cerca di salvare tutti, inclusa se stessa, dal terrore dell’Altra Madre. Questo viaggio rappresenta un passo importante nella crescita di Coraline, la sua transizione da una fuga nell’oblio a una lotta consapevole per la sopravvivenza e l’integrità di tutti coloro che ama.

La metafora nei bottoni e la ricerca della consapevolezza

Nel film Coraline i bottoni cuciti sugli occhi rappresentano molto di più di un semplice ornamento. Simboleggiano il prezzo da pagare per chiudere gli occhi alla realtà. Il film insegna come ci sia sempre un prezzo da esigere per vivere la propria fantasia. I bottoni fungono da filtro tra la protagonista e il mondo esterno, incanalando l’autoinganno a un costo elevato. Il rifugio che offrono dalla delusione porta anche all’esclusione delle emozioni e della vita stessa.

Mentre Coraline è determinata a non seguire i piani dell’Altra Madre, affronta le sue paure e accetta le imperfezioni dei suoi genitori. Questo atto di accettazione non solo li salva, ma le permette di vedere il loro vero potenziale, portandola sulla strada della consapevolezza. In Coraline, la lotta tra il desiderio di sfuggire alla realtà e la ricerca della verità è evidenziata attraverso i bottoni e le scelte della giovane protagonista.

L’atmosfera strana di Coraline

Nella sua peculiarità, il film Coraline abbraccia un’atmosfera straordinariamente inquietante, ricca di sentimenti intricati che si snodano lungo la trama. Contrariamente alle normali produzioni per bambini, il film non si precipita verso un climax caratterizzato da scene rumorose e tumultuose.

L’emozione qui è sottolineata dalla bellezza delle immagini e dalla profondità delle parole. Coraline ha effettivamente rappresentato uno dei momenti più significativi all’inizio del 2009, un’esperienza che continua a perseguitare gli spettatori molto tempo dopo la visione, lasciando un’impronta indelebile nella loro memoria.

Diretto da Henry Selick; scritto da Mr. Selick, basato sul libro di Neil Gaiman; il direttore della fotografia, Pete Kozachik; a cura di Christopher Murrie e Ronald Sanders; musiche di Bruno Coulais; lo scenografo, il signor Selick; prodotto da Mr. Selick, Bill Mechanic, Claire Jennings e Mary Sandell; rilasciato da Focus Features. Durata dello spettacolo: 1 ora e 40 minuti.

CON LE VOCI DI: Dakota Fanning (Coraline Jones), Teri Hatcher (Madre/Altra Madre), Jennifer Saunders (Miss Spink), Dawn French (Miss Forcible), Keith David (Gatto), John Hodgman (Padre/Altro Padre), Robert Bailey Jr. (Wybie Lovat) e Ian McShane (Mr. Bobinsky).

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