Adolescence è una serie televisiva di cui è stato impossibile non sentir parlare negli ultimi mesi. Non si tratta di una semplice miniserie, ma di un vero fenomeno culturale: un racconto capace di entrare sotto pelle e di restare lì, come una ferita che brucia e che obbliga a guardare. Creata da Stephen Graham e Jack Thorne, questa produzione britannica targata Netflix si impone come uno specchio della giovinezza contemporanea: fragile, contraddittoria, a tratti brutale, eppure sempre profondamente umana. Non sorprende, dunque, che agli Emmy 2025 abbia trovato la sua consacrazione definitiva.
La trama di Adolescence: quando l’innocenza si spezza
Al centro della storia c’è Jamie Miller, un ragazzo di soli 13 anni accusato di aver ucciso una compagna di classe. Un fatto terribile, che diventa detonatore di un racconto ben più ampio. Adolescence non è semplice giallo, ma una riflessione dolorosa sulle conseguenze di un atto irreparabile: cosa che resta nelle famiglie coinvolte, nella comunità che osserva e giudica, e persino dentro la coscienza di chi guarda da fuori?
La serie affronta con intensità temi come la colpa, la perdita dell’innocenza ed il peso delle aspettative sociali. Lo fa attraverso una scelta registica radicale: ogni episodio è girato come un unico piano sequenza. Non è un vezzo tecnico, ma un modo per trascinare lo spettatore nel cuore della vicenda, facendogli respirare la tensione ed il senso di urgenza dei protagonisti, senza mai concedere tregue.
Un trionfo agli Emmy
La notte degli Emmy ha segnato il coronamento di questo coraggioso progetto. Adolescence non si limita a partecipare: ha dominato la scena, portando a casa sei riconoscimenti di peso:
- Miglior Limited/Anthology Series, il premio più ambito della categoria.
- Stephen Graham, straordinario nel ruolo del padre, ha vinto come Miglior attore protagonista.
- Owen Cooper, appena quindicenne, ha fatto la storia diventando il più giovane vincitore maschile nella categoria Miglior attore non protagonista.
- Erin Doherty ha conquistato il premio come Miglior attrice non protagonista.
- Philip Barantini ha ricevuto l’Emmy per la regia, mentre Stephen Graham e Jack Thorne hanno vinto per la sceneggiatura, grazie ad un episodio che ha roccato il culmine dell’intensità narrativa.
A questi si aggiungono altri riconoscimenti tecnici nei Creative Arts Emmy, che hanno celebrato la qualità della fotografia e del casting. Un bottino che dimostra come Adolescence sia una serie completa: non solo recitazione e scrittura. Ma anche una visione artistica e cura formale.
Adolescence: cosa lo rende davvero speciale?
Il successo della serie è il segnale che la televisione, quando osa, può diventare specchio della società e strumento di riflessione.
- Dare voce all’adolescenza: troppo spesso l’età di mezzo viene ridotta a cliché. Qui, invece, diventa un terreno fertile per indagare la vulnerabilità e la resposabilità di ragazzi che non sono più bambini ma non ancora adulti.
- Innovare il linguaggio; il piano sequenza continuo restituisce allo spettatore la stessa sensazione di essere intrappolato in un momento che non concede scappatoie. È cinema e televisione che si fondono in un’esperienza immersiva.
- Sensibilità sociale: la serie affronta temi universali – la colpa, il giudizio, la perdita – senza mai semplificarli. E nel farlo mette a nudo dinamiche sociali che riguardano tutti, tra tribunali reali e processi mediatici.
- Un messaggio di speranza: la vittoria di Owen Cooper è il simbolo di come il talento e l’autenticità possano emergere anche giovanissimi. Un segnale forte per chi sogna di raccontare storie, a qualunque età.
Una serie in grado di lasciare un eco
In un panorama televisivo saturo di titoli che svaniscono alla velocità di un click, Adolescence è destinata a rimanere. Non solo per gli Emmy vinti, ma per l’impatto che lascia nello spettatore: un mix di dolore, empatia e riflessione che spinge ad interrogarsi su cosa significhi veramente crescere.
È una serie così coinvolgente da riuscire a farti rivivere quello che provano i personaggi. E, proprio per questo, merita di essere ricordata come una delle opere più coraggiose ed incisive degli ultimi anni.