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Club World Cup: Quando il Marketing Sbaglia il Tiro

Club World Cup

Il calcio, si sa, è una passione globale, uno spettacolo che unisce milioni di persone. E gli Stati Uniti, nel 2026, si preparano ad ospitare il Mondiale, l’evento sportivo per eccellenza. Ma prima di allora, il 2025 doveva essere l’anno della svolta per un altro grande appuntamento firmato FIFA: la nuova Coppa del Mondo per Club, un format allargato a 32 squadre ed ospitato proprio negli USA.

Sulla carta, un’occasione per accendere i riflettori sul soccer a stelle e strisce e testare il terreno in vista del Mondiale. Peccato che, a conti fatti, l’atteso successo si stia trasformando in un clamoroso flop sul fronte della vendita dei biglietti, con stadi spesso semi-vuoti ed un’eco mediatico ben lontano dalle aspettative.

L’amara Verità degli Spalti Vuoti

Le immagini parlano chiaro: mentre alcuni match, soprattutto quelli che vedono in campo Inter Miami con Lionel Messi o club con un seguito di tifosi “caldi” come il Boca Juniors, hanno registrato un’affluenza notevole (sfiorando i 60.000 spettatori per alcune gare a Miami), la maggior parte delle partite si gioca davanti a spalti desolatamente vuoti. Parliamo di numeri imbarazzanti: 3.412 spettatori per Ulsan HD contro Mamelodi Sundowns a Orlando (in uno stadio da 25.500 posti, meno del 14% della capienza), 22.000 per Chelsea contro LAFC ad Atlanta (in uno stadio da 71.000, meno di un terzo pieno, con lo stesso coach del Chelsea, Maresca, che ha definito l’ambiente “strano” e lo stadio “quasi vuoto”). E ancora, 5.282 fan per Pachuca contro RB Salzburg a Cincinnati.

Nonostante la FIFA abbia provato a difendersi, snocciolando numeri totali di oltre 1.5 milioni di biglietti venduti ed un’affluenza media di circa 36.000 spettatori, la realtà è che quasi la metà dei posti disponibili (oltre 420.000 su 16 partite) è rimasta vuota. Un dato che stride, e non poco, con le ambizioni globali di un torneo che, nelle intenzioni di Infantino, doveva essere il “culmine indiscusso del calcio per club mondiale”.

Le Cause di un (prevedibile) Fallimento di Marketing

Ma cosa è andato storto? Analizziamo le ragioni dietro questo passo falso, che ci offrono preziose lezioni di marketing sportivo.

  • Una strategia di pricing fallimentare.

Inizialmente, i biglietti per la fase a gironi erano stati proposti tra i 100 e i 200 dollari. Una cifra che ha subito raffreddato la domanda. Solo dopo, la FIFA è corsa ai ripari, abbassando drasricamente i prezzi in alcuni casi sotto i 50 dollari.

Il risultato? Chi aveva comprato prima si è sentito preso in giro, e il mercato ha percepito il torneo come “di seconda mano”. La ciliegina sulla torta è stata l’offerta per gli studenti dell’Università di Miami: 4 biglietti gratis con un acquisto di 20 dollari. Un segnale di disperazione che gridava al mondo intero.

  • L’overload calcistico

Il Club World Cup non è l’unico show in città. La concomitanza con la CONCACAF Gold Cup, anch’essa in corso negli Stati Uniti, ha creato una vera e propria saturazione del mercato. Due competizioni di alto livello che si contengono l’attenzione del pubblico e le fette di un mercato già di per sè complesso da penetrare completamente.

Come se non bastasse, ci sono anche le partite amichevoli dei grandi club europei che fanno il tour negli USA, attirando comunque un pubblico considerevole. La Gold Cup stessa sta soffrendo di affluenze inferiori rispetto al solito.

  • Il fattore tempo: orari scomodi e caldo infernale

Molte partite sono state programmate in orari a dir poco scomodi per il publico locale, come il pomeriggio nei giorni feriali o, peggio ancora, sotto il sole cocente dell’estate americana. Chiaro che l’idea di andare allo stadio in quelle condizioni, magari prendendo un permesso dal lavoro, non alletti molti. Il clima estivo statunitense, poi, con temperature elevate ed umidità, non è certo l’ideale per assistere ad una partita, soprattutto per i tifosi europei non abituati.

  • La percezione del torneo: un progetto “politico” senza anima

Al di là degli aspetti logistici e di prezzo, c’è un problema di percezione. Molti media e addetti ai lavori hanno descritto questa nuova formula del Mondiale per Club come un “progetto di vanità” di Gianni Infantino, il presidente della FIFA, più come una risposta ad una reale domanda del pubblico.

Un torneo “fuori sincrono con il ritmo del calcio per club” tradizionale, concepito più per consolidare il potere della FIFA ed accontentare le federazioni extra-europee che per offrire un vero valore aggiunto ai fan. Manca, insomma, quella narrativa coinvolgente e quella storia emotiva che invece il Mondiale per nazionali sa costruire in modo naturale.

  • David contro Golia (Ma David Non Piace)

Certo, ci sono squadre blasonate come Real Madrid, Manchester City, Bayern Monaco e Chelsea. Ma il formato a 32 squadre porta anche partite tra club che il grande pubblico americano non conosce. E se l’Europa segue tutto il calcio mondiale, gli USA sono ancora selettivi. Le squadre senza “star power” faticano a riempire gli stadi, soprattutto in città dove il calcio non ha ancora messo radici profonde.

Club World Cup 2025 flop: Lezioni da Portare a Casa

Quello che sta succedendo con il Club World Cup ci insegna che nel marketing sportivo non basta mettere insieme ingredienti di qualità. Serve una ricetta che tenga conto del contesto, del pubblico e soprattutto della storia che vuoi raccontare.

La FIFA ha puntato tutto sui numeri – 32 squadre, milioni di investimenti, stadi enormi – dimenticandosi della parte più importante: perché un tifoso dovrebbe voler essere lì?

Quando il marketing sbaglia tiro, non c’è stadio che tenga. E gli spalti vuoti sono il verdetto più spietato che esista.

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