Finalmente è estate. Le giornate si allungano, il sole picchia con più convinzione e le agende si riempiono di un solo, sacrosanto impegno: aperitivo alle 18:30. È il momento in cui i tavolini dei bar si animano di risate e bicchieri arancioni brillanti come tramonti: lo Spritz torna, come ogni anno, a dominare le scene.
Dietro quel mix apparente di semplice vino, bitter e bollicine si nasconde una storia lunga due secoli, che parte da un’occupazione militare e arriva fino ai nostri profili Instagram.
La Storia dello Spritz Nasce in Austria
Torniamo indietro nel tempo, ai primi dell’Ottocento. Il Veneto è sotto dominio austro-ungarico. La dominazione austro-ungarica nel Veneto fu il risultato di giochi diplomatici e militari tra Napoleone, l’Impero Asburgico e le potenze europee del tempo. Durante quel periodo, le influenze austriache si fecero sentire anche nella cultura quotidiana. I soldati dell’impero, abituati a vini ben più leggeri, si trovano di fronte ai calici corposi e decisi delle osterie venete. Per rendere il tutto più bevibile, iniziano ad allungare il vino con una spruzzata d’acqua frizzante: in tedesco si dice Spritzen, da cui il nome Spritz.
Era nato il primo prototipo, un vino frizzante annacquato, sì, ma già piacevole. Una soluzione pratica, che col tempo ha preso piede oltre i ranghi militari.
Dallo Spritz Austro-Veneto allo Spritz Moderno
Quella semplice combinazione di vino bianco e soda inizia a diffondersi nelle abitudini quotidiane del Nordest, e con l’arrivo del Novecento comincia ad assumere caratteristiche sempre più precise. È nella Venezia degli anni ’20 che avviene la vera svolta: si comincia ad aggiungere un tocco di bitter per dare colore, sapore ed una personalità più decisa.
È qui che entrano in scena due protagonisti: l’Aperol, nato a Padova nel 1919, ed il Select, creato a Venezia nel 1920. Due bitter diversi – il primo più dolce e fruttato, il secondo più speziato ed amarognolo – che definiscono due scuole di pensiero ancora oggi in competizione:
sei più tipo Aperol o Select?
La Consacrazione di un’Icona Italiana
Il boom dello Spritz come lo conosciamo oggi arriva tra gli anni 2000 e 2010, grazie a campagne di marketing ben studiate – soprattutto da parte del gruppo Campari, che acquisisce Aperol – e alla capacità tutta italiana di sospensione tra la giornata lavorativa e la serata, un invito a rallentare.
Oggi dire “Spritz” significa non solo Aperol e Select, ma tutte le sue varianti con il rosso acceso del Campari, con Cynar per i palati più forti, e con Hugo, che dello Spritz ha la struttura più fresca, a base di sciroppo di fiori di sambuco, menta e lime.
Ma la struttura resta sempre quella: 3 parti di Prosecco, 2 parti di Bitter, 1 parte di soda. Facile da ricordare, difficile da sbagliare – anche se ogni barista mette, ovviamente, il proprio tocco personale.
Lo Spritz: Molto di più di una Moda
Lo Spritz narra l’identità liquida veneta ed italiana, capace di attraversare secoli di convivialità. Quindi sì, quando si dice “Ci vediamo per uno Spritz?” stiamo, forse inconsapevolmente, partecipando ad una tradizione secolare ed ogni volta che viene alzato il bicchiere, è bello ricordare che dentro quel colore arancione c’è un pezzo di storia italiana che da due secoli porta con sé la spensieratezza che cerchiamo durante tutto l’arco della giornata.