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Nettare degli dèi: tra eredità e degustazioni

Le produzioni Apple tv sono sempre una garanzia, la miniserie Nettare degli dèi (Drops of God) non è un’eccezione. Basata sul manga seinen Kami no shizuku di Tadashi Agi, è stata distribuita sulla piattaforma nel 2023 per un totale di otto puntate da circa un’ora. Non è la prima volta che il manga viene adattato come live action per il piccolo schermo; nel 2009, il dorama live action omonimo, diretto da Satoru Nakajima e Kazuho Ogaki, andò in onda sulla NTV. La miniserie franco-nipponica e americana si discosta notevolmente dalla trama originaria: i due protagonisti sono di nazionalità differenti, un modo per confrontare la cultura francese e quella giapponese in un percorso enologico e ricco di vini da assaggiare. Questa novità la rende originale e interessante, contrapponendo due protagonisti caratterialmente diversi in uno scontro per l’eredità. Nettare degli dèi, ideata e sceneggiata da Quoc Dan Tran, è diretta dall’israeliano Oded Ruskin. Caratterizzata dal plurilinguismo tipico della piattaforma, viaggia attraverso ambientazioni che vedono i vigneti francesi, la Tokyo confusionaria e la città italiana di Trento come protagoniste.

Trama e temi

Famiglia, eredità, vino: sono queste le coordinate della miniserie nella quale si muovono i personaggi. Camille (Fleur Geffrier), una francese aspirante scrittrice espansiva e irriverente, soffre per la separazione dei propri genitori avvenuta quando era piccola ed è inevitabilmente amareggiata nei confronti della vita. Quando scopre che il padre, alla sua morte, le ha lasciato in eredità la più grande collezione di vini mai esistita, vola a Tokyo per riscattarla. Purtroppo, il padre Alexandre (Stanley Weber), celebre enologo, ha preparato delle sfide per sua figlia e per Issei, un giovane sommelier di buona famiglia e suo miglior allievo. Issei (Tomohisa Yamashita) è riservato, silenzioso, e giusto, anche se vive in un contesto familiare opprimente nella quale vige l’apparenza. Dovrà imparare a seguire i propri desideri senza lasciarsi condizionare dalle pressioni materne. Issei e Camille, due personalità così distinte, si fronteggeranno in una gara a colpi di calici per aggiudicarsi l’eredità di Alexandre Léger.

Stile e storytelling di Nettare degli dèi

Queste sono le premesse per una miniserie emozionante dall’andamento lento iniziale per poi incarare la dose addentrandosi nelle sfide. Il punto di vista adottato è quello di Camille poiché, dopo l’abbandono del padre, non ha più toccato una goccia di vino. Per lei, l’eredità diventerà un viaggio di formazione dove scoprirà molto sul suo passato ma anche su sé stessa e sulle sue potenzialità. Un personaggio dinamico che proverà a superare le sfide, a innamorarsi e ad appacificarsi con la sé bambina. La sua palette calda e accogliente si differenzia da quella di Issei dalle tonalità fredde come la sua personalità enigmatica e silenziosa. Queste prove saranno una vera parabola di crescita e di confronto, non priva di ostacoli e delusioni. Interessanti sono le puntate flashback sull’enologo Léger che svelano retroscena importanti per comprendere i motivi celati dietro questo tête à tête, aumentando la curiosità in una sorta di pausa dalla narrazione lineare.

Nettare degli dèi: una serie da non perdere

Nettare degli dèi è una miniserie elegante nella sua drammaticità, con dei personaggi interessanti che difficilmente potranno essere dimenticati. Quel che più colpisce è la sua sensorialità: non si limita solo alla vista e all’udito, ma abbraccia anche il gusto e l’olfatto attraverso la degustazione dei vini pregiati e la loro descrizione dettagliata. Non mi sorprenderebbe se, dopo la visione, qualcuno decidesse di studiare enologia o di diventare un sommelier (a me è successo, ma ho dovuto desistere). Una serie limitata da non perdere, magari da gustare con un buon calice di vino alla mano.

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