• Bake Academy

Cosa sono le desire paths

Desire Paths

…Le impronte di “anarchici a piedi”, individui che hanno calpestato una strada propria nel paesaggio, a dispetto delle intenzioni di governo, pianificatori ed ingegneri.

Trascendendo nazionalità e culture locali, ovunque nel mondo architetti, ingegneri, paesaggisti, progettano marciapiedi, sentieri e percorsi per definire i flussi di movimento ed evitare che siano pestate le aiuole. Ovunque nel mondo, le persone camminano sulle aiuole. Se il trasgressore è solo non succede nulla, ma se la cosa si ripete più volte si formeranno dei senteri, e prendono il nome, in assenza id una traduzione italiana appropriata, di desire paths.

Ogni angolo di prato calpestato fino a diventare terra battuta, ogni siepe bucata racconta, più che l’inciviltà delle persone, l’errore del progettista. Sono la rappresentazione pratica del ruolo fondamentale che ha l’esperienza dell’utente nel design.

Esempio generico di Desire Path.
Esempio generico di Desire Path.

La Loro Storia

Come per tante altre cose, una strada diventa una strada quando molte persone la ritengono tale. Ogni striscia di erba calpestata può diventare un boulevard se generazioni intere la percorrono. È il caso di una particolare via che con il suo andamento diagonale e vagamente serpeggiante contrasta con la regolarissima griglia di Manhattan. Broadway, o meglio breede weg in vecchio Olandese collegava Nieuw Amsterdam e gli altri insediamenti coloniali, seguendo il percorso più semplice tra colline, vegetazione e paludi. In un poetico parallelismo moderno, nell’immagine si vede un sentiero in un college americano non riconosciuto dal college stesso, ma segnato sul videogioco Pokémon Go, che lo rileva per il frequente passaggio degli studenti con la geolocalizzazione.

Desire Paths in Pokémon Go.
Desire Paths in Pokémon Go.

Cosa ci insegnano le desire paths

Chi cammina, che abbia fretta o no, cerca il percorso più facile e diretto, spesso anche a costo di infangarsi leggermente le scarpe. A fronte di questo fatto la reazione a volte è repressiva: si pone un albero, una panchina o un cartello che vieti espressamente di uscire dai percorsi prestabiliti. In molti altri casi virtuosi, invece, questi tracciati vengono accettati come voto silenzioso fatto con i piedi dagli utenti, e usati come suggerimenti per creare una visibilità migliore. Ci sono diversi esempi virtuosi (Ohio State University nell’immagine) di percorsi pavimentati realizzati proprio in corrispondenza delle strisce marroni e fangose che si erano create sul prato lungo le rotte principali delle persone. Questa filosofia nel progettare, non solo percorsi ma qualsiasi oggetto, è sempre più rilevante in tempi recenti e prende il nome di progettazione antropocentrica, o User Experience Design. Il primo a darle una forma e a definirsi UX Designer è stato Donald Norman. Nel suo libro La caffettiera del masochista dà voce alle moltitudini di persone che ogni giorno lottano con termostati incomprensibili, porte di dubbio funzionamento e in generale oggetti complicati da usare per chiunque tranne che per il loro ideatore.

Desire Paths in Ohio State University.
Desire Paths in Ohio State University.

Tracce umane nella città

Oltre alle considerazioni sul rapporto tra progettazione ed utenza, le desire paths ci raccontano dell’eterno desiderio umano di avere una scelta. Il camminare, metodo di spostamento così inefficiente in confronto ai veicoli, è quasi impossibile da regolamentare. Contenerlo dentro linee bianche dipinte sull’asfalto va contro la nostra natura. Nelle griglie ortogonali delle moderne città motorizzate, le tracce diagonali, sinuose e aggrovigliate percorse dai pedoni mostrano i veri lineamenti del tessuto urbano. I luoghi dove molti transitano, sostano e si incontrano rendono un’immagine più simile a quella dei cunicoli di un formicaio che a quella di un piano urbanistico. Camminare non è solo un modo diverso di percepire la città ma anche, con il tempo, di cambiarla.

Sommario

LEGGI ANCHE

ARTICOLI CORRELATI