EGYPTIAN HIP HOP
Poche band inglesi nel corso degli ultimi anni sono riuscite a creare così tanto hype intorno al loro nome: tra queste, gli Egyptian Hip Hop, quartetto di Manchester guidato dal cantante Alex Hewett, in arte Aldous, e dai suoi “compagni di scuola”, musicisti poco più che ventenni.
Nessuna nostalgia per gli anni ’80: nel DNA degli Egyptian Hip Hop c’è molta passione per il rock, la dance, il groove e i ritmi africani. Gli ingredienti del loro sound? basso, chitarre, synth, una buona dose di psichedelia, e soprattutto, tanta voglia di divertirsi.
Il silenzio prolungato dopo il fologorante esordio con l’EP Some Reptiles Grew Wings (prodotto da Hudson Mohawke) aveva fatto presagire un allontanamento prematuro dalle scene del promettente combo inglese. Si è trattato, invece, di una pausa di riflessione rivelatasi fondamentale per la gestazione del nuovo album, Good Don’t Sleep: il tempo strettamente necessario per il frontman Aldous di lavorare a Misc.Disc, progetto solista su Enfer Records.
Good Don’t Sleep, anticipato dai singoli SYH e Yoro Diallo, esce per l’etichetta di culto R&S, label di origini belghe ma trapiantata a Londra, dove è rinata grazie alle fervida creatività di James Blake, e intorno alla quale ruotano artisti tra i più promettenti della nuova scena electro-pop britannica, tra i quali Teengirl Fantasy, Space Dimension Controller, Lone, Trimbal.
Spiazzante e originale come il nome della band, che nulla ha a che vedere con la scena hip hop nordafricana, il sound incalzante e compiaciuto degli Egyptian Hip Hop rivela dal primo ascolto le band e gli artisti a cui è ispirato: nomi altisonanti come King Crimson, Japan, New Order, Talking Heads e producer open-minded della nuova generazione quali Maxximo Park, Oneohtrix Point Never e Ariel Pink’s Haunted Graffiti.
Good Don’t Sleep suona davvero bene e gli Egyptian Hip Hop si confermano, per stile e creatività, tra le rivelazioni indie-rock più interessanti degli ultimi anni.
Fabrizio Montini Trotti | Bake Agency