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Perché tutti dovrebbero leggere “Questo immenso non sapere” di Chandra Livia Candiani.

chandra livia candiani

Chandra Livia Candiani è una ribelle gentile.

La sua affascinante vita da poetessa e interprete di testi buddhisti si può ripercorrere dai suoi capolavori come: Fiabe vegetali (Aelia Laelia, 1984) e Sogni del fiume (La biblioteca di Vivarium, 2001), Io con vestito leggero (Campanotto Editore, 2005); La nave di nebbia. Ninnenanne per il mondo (2005), La porta (2006) per La biblioteca di Vivarium; Bevendo il tè con i morti (Viennepierre Edizioni, 2007).

È vincitrice del Premio Montale e del Premio Baghetta.

A renderla unica sono il timbro essenziale ma penetrante utilizzato per descrivere immagini che viaggiano dal microscopico all’immenso.

Come sua ultima creazione, Livia Chandra Candiani ci ha regalato “Questo immenso non sapere” (Einaudi editore, 2021) un percorso di pura meditazione che spazia e volteggia tra la prosa e la poesia. A folgorare immediatamente chi legge è l’accettazione del navigare nell’ignoto ma, soprattutto, come l’autrice impara ad esplorarlo, passo dopo passo sin da quando era bambina.

Animali, alberi, sono protagonisti e guide della meraviglia quotidiana. La pratica dell’incanto va esercitata giorno dopo giorno, attimo dopo attimo. Un mondo magico.

Chandra Livia Candiani

La poetessa e scrittrice milanese è in grado di rimettere dolcemente in riga il lettore, riportandolo al momento presente. Insegna, mediante l’uso pittorico delle parole. Richiama al risveglio della spiritualità nel gesto quotidiano. Il mangiare, il cercare un angolo di verde, l’instaurare un rapporto con esseri viventi e non viventi intorno a noi.

Praticare questa meraviglia. È il primo passo per consentire a un cuore ferito di curarsi.

Dare valore anche alle cose che più ci hanno ferito e interrogarle. Padroneggiare la paura implica che essa venga affrontata consapevolmente e non subita o messa da parte.

Si tratta di un vero e proprio allenamento.

Chandra è una donna minuta ma anche una forza della natura. Il lettore riesce a immergersi nelle ferite, quelle più intime e personali, e mediante la ricchezza dell’autrice, le parole, osserva e apprende a interrogare il dolore esercitando la compassione, karunhā.

Entrare in contatto con il corpo, sentire percepire la sofferenza

Il libro si presenta come una raccolta di brevi racconti, che vanno da mezza pagina a una pagina e mezza. Non lasciatevi ingannare, la sua è una semplicità complessa.

La lettura dell’Immenso non sapere, richiede in realtà una forte concentrazione, un’immersione interiore a tratti inquietante a tratti sublime.

Un occhio interiore spaventosamente efficace, un avviamento alla meditazione fortemente consigliato.


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Photo by Spazio Libri La Cornice

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