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Dumbphones: Perché Stanno Tornando?

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Cosa sono i dumbphones

Quest’anno l’iphone ha compiuto 18 anni. “Oggi Apple sta reinventando il telefono” , così lo aveva presentato Steve Jobs. Ha rivoluzionato il nostro modo di vivere e di relazionarci agli altri in modi che non serve raccontare qui. È nelle tasche di tutti, tutti ne godiamo le infinite funzionalità, eppure, per alcune persone, è diventato un peso. Negli ultimi anni è risalita la domanda per i dumbphones , “telefoni stupidi”,  insomma i classici telefoni con tastiera, senza eccessive capacità. È ancora un mercato di nicchia, ma significativo: qualcosa di più forte del richiamo apparentemente inarrestabile della comodità e praticità spinge le persone a rinunciare a quello che per qualcuno nato poche generazioni fa sarebbe stata magia.

Dumbphones come Disintossicazione Digitale

Un primo fattore che porta a prendere questa decisione è sicuramente la ricerca di una disintossicazione dall’overdose digitale a cui è fin troppo facile cedere ogni giorno. È diventato evidente come negli ultimi anni la tecnologia, nata per offrire migliori connessioni tra le persone, abbia creato, in molti casi, solitudine e isolamento. L’ascesa esplosiva delle applicazioni di condivisione di contenuti a scorrimento verticale ha accelerato questo processo. Questo modello popolarizzato da TikTok è stato poi seguito dalla maggior parte delle altre app proprio perché estremamente efficace nel catturare l’attenzione dell’utente. Le conseguenze di avere un pozzo infinito di intrattenimento e gratificazione istantanea a portata di dito ancora non sono del tutto chiare, essendo un fenomeno recente, ma le ipotesi variano tra il grave e il gravissimo. In questo scenario, per le molte persone che, pur consapevoli del problema, si rendono conto di non avere l’autocontrollo necessario per smettere, precludersi del tutto l’accesso a questi contenuti è una scelta allettante. 

Riappropriazione di Funzioni Delegate

Non si tratta solo di sfuggire all’algoritmo e di riprendere il controllo del proprio tempo . Questa scelta si colloca in una più ampia tendenza alla riscoperta di oggetti più semplici. Lo abbiamo visto col ritorno in grande stile delle macchine fotografiche analogiche, da molti preferite proprio per la minore comodità di uso e per la qualità di immagine meno precisa ma più “viva”. Non è solo il ciclico e inevitabile ritorno al retrò che da sempre interessa l’estetica, ma una necessità di sentirsi più in contatto con gli oggetti che usiamo. Come una chicane in mezzo a un lungo rettilineo, impostare una sveglia analogica, sviluppare un rullino, appuntare qualcosa su carta ci costringe a rallentare. Può essere scomodo, e soprattutto, per fortuna, noioso. La noia, se non soffocata dalla confortante presenza di uno schermo, è la fonte delle nostre idee e della nostra creatività. Più che la sveglia, la fotocamera, o il taccuino, la funzione più importante di cui si è appropriato il telefono è proprio quella del nostro flusso di pensiero.



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