Il 2016 inizia bene.
Sicuramente le vostre bacheche Facebook in questi giorni sono state invase, più o meno, di post in cui c’era questa foto.
Molto probabilmente sono stati soprattutto i vostri “amici” djs (e chi non ne ha) che hanno pubblicato o re-postato articoli di vario genere in cui veniva lanciato il nuovo gioiellino dal sapore vintage.
E’ appena arrivata, infatti, la notizia che la Technics ha deciso di tornare a produrre il mitico “1200”.
Presentato al Ces di Las Vegas, sarà disponibile a partire da la prossima estate (giugno) la nuova versione che risponde al nome di Technics SL-1200GAE e che è la evoluzione del Technics SL 1200 MKII. Facciamo un salto indietro velocemente solo per capire perché questa notizia ha un hype così forte.
Il Technics SL 1200 è un giradischi prodotto dalla Technics dal 1972 al 2010. Inizialmente venne pensato per un mercato domestico di appassionati ma ben presto, per le sue caratteristiche, venne adottato dalle radio e dalle discoteche che lo lanciarono nell’olimpo della “miticità”. Fu scelto perché è un giradischi che ha la trazione diretta e non a cinghia, quindi raggiunge prima la velocità di 33 giri o 45 giri al minuto, inoltre è robusto, affidabile e sopporta bene le vibrazioni. Dal 1978 venne prodotta la versione che conosciamo oggi ovvero quella in cui il pitch per variare la velocità di rotazione è un cursore verticale e non più una manopola. E’ ottimo per lo scratch tanto che a volte si può parlare del “1200” (così lo chiamano i djs) come di uno strumento musicale.
Ma solo in alcuni casi tipo questo.
C’era bisogno di tornare a produrre un giradischi del genere? e perché?
La notizia della fine della produzione del Technics SL 1200 MKII nel 2010 aveva lasciato tutti con la bocca storta. Non certamente per il fatto che fosse un prodotto necessario ai djs, la serie CDJ della PIONEER ha di fatto sostituito lo standard in discoteca e software come Serato o Traktor possono essere usati anche senza giradischi.
Inoltre aziende come Vestax con il modello PDX-3000 o Stanton con i modello STR8-150 o la stessa Pioneer con il modello PLX-1000 (tra l’altro identico al modello Technics) hanno prodotto dei giradischi che possono sostituire o addirittura migliorare le prestazioni del Technics SL 1200 MKII.
Mi stanno sullo stomaco quelli che “Sai, io suono solo vinile” oppure quelli che “beh, il suono del vinile è un’altra cosa, non lo senti come è più caldo”. Ok, ok . . . andatevi a bere delle centrifughe con sedano, zenzero e papaya e non rompeteci le scatole con la vostra superiorità musicale.
Non ce ne importa un fico secco se sapete per filo e per segno come si calibra un braccetto per non rovinare il disco.
Intendiamoci, chi vi scrive possiede qualche migliaio di 12” e LP ma non mi piace chi si fissa con una cosa come se fosse la verità suprema e tutto il resto è roba da sagra della trota.
Mi piace molto comprare dischi in vinile e a casa spesso li metto a girare sul piatto e in fin dei conti, inoltre, penso che dovremmo tutti aiutare gli artisti che li producono, le etichette indipendenti che li stampano e i negozi che li vendono nella guerra contro il Demonio in persona, che sono poi le grandi case discografiche multinazionali.
E’ vero, è molto bello mettere un disco sul piatto e se hai un impianto buono anche il suono è una bomba ma la ficata è proprio questa non c’è nient’altro, voglio dire, il fascino è proprio nel toccare l’oggetto e nel gesto che si fa per iniziare a far funzionare la cosa non nella filosofia intrinseca di ascoltare qualcosa di moderno attraverso un prodotto old style.
Non esiste un modo giusto per ascoltare la musica.
Il gusto di avere un Technics SL 1200 in casa (e chi vi scrive ne ha 4) o per i djs nel locale in cui si lavora è legato alla sua storia, non c’è dj che abbia più di 30 anni che non abbia mai provato un senso di sottile piacere nel trovarsi faccia a faccia con i giradischi usati da Frankie Knuckles o Grand Master Flash o di invidia mista a meraviglia nel vedere Jeff Mills o Little Luis Vega che ne facevano girare contemporaneamente più di due.
La storia del “1200” è la storia dell’uomo, esistono molti modi di ascoltare musica e vanno tutti bene: da Spotify al CD o all’MP3 sul telefono, ma alla fine, come per i rapporti umani, quelli che danno più gioia e sono i più appaganti sono quelli che possiamo toccare, e con il termine “toccare” si intende proprio il contatto fisico con la persona che abbiamo di fronte.
Lo stesso vale per la musica, il ritorno del vinile, che non raggiungerà più le cime degli anni in cui era l’unico modo per usufruirne, ci fa capire che anche con la musica il nostro rapporto diventa più affascinante se possiamo toccare un oggetto, la cover del disco, vedere la puntina che si appoggia sul solco, guardarlo girare. Siamo fatti così, è stupido negarlo.
Se godiamo della comodità della musica liquida, ogni volta che troviamo un giradischi che gira e che “suona” siamo inconsciamente affascinati dal fatto che quello è un oggetto che possiamo capire perché lo possiamo guardare e toccare.
La musica liquida è comoda oltre ogni misura, immaginate di dover usare il giradischi in macchina per sentire gli artisti che vi piacciono, ma la vostra collezione di musica, per vasta che possa essere, non potrà mai essere contenuta in una libreria e non potrà mai arredarvi casa come invece può fare, se vi piace il genere, una collezione di dischi.
E per sentire i dischi c’è bisogno del giradischi. E’ per questo che il ritorno sul mercato del “Re” dei giradischi è da considerarsi una bella notizia, almeno per aprire questo 2016.